Che il riscaldamento globale sia uno dei maggiori problemi tra quelli relativi all’ambiente è cosa oramai nota a tutti, non soltanto agli scienziati ma anche alle persone comuni. E questa verità è stata confermata una volta di più da una ricerca che ha messo in correlazione l’aumento degli incendi con condizioni climatiche che si concretizzano a causa del riscaldamento globale.
La maggior parte degli incendi è legata al riscaldamento globale
Una ricerca condotta in collaborazione tra diversi atenei e i cui risultati sono stati resi noti sulla importante rivista Nature ecology and evolution, ha messo in luce come la stragrande maggioranza degli incendi di più vaste proporzioni che si sono verificati da inizio millennio fino a quattro anni fa, siano legati a condizioni climatiche al di fuori della norma.
Più nello specifico gli scienziati, che con questa ricerca hanno lanciato l’ennesimo grido di allarme a difesa dell’ambiente, hanno messo in risalto come i lunghi periodi senza piogge e i forti venti siano stati causa prima degli incendi e come queste condizioni climatiche siano da collegare ai cambiamenti climatici.
E le previsioni dei ricercatori sono tutt’altro che rosee, visto che se non si dovesse riuscire a porre un rimedio a questa situazione, il numero degli incendi di grosse proporzioni nel prossimo quarto di secolo è destinato ad aumentare sensibilmente.
Come è stata condotta la ricerca
Per mettere nero su bianco la ricerca gli scienziati che vi hanno partecipato hanno preso in esame qualcosa come ventitré milioni di incendi verificatesi in ogni parte del mondo da inizio anni duemila al 2013. Tutti questi eventi sono stati classificati sulla base dell’intensità. In un secondo momento i ricercatori hanno concentrato la propria attenzione sui circa 500 che sono risultati i più gravi in assoluto e il dato emerso è, per l’ambiente, decisamente preoccupante.
Di questi incendi circa il 95% è stato causato dalla presenza di condizioni climatiche diverse da quelle che sarebbe stato lecito aspettarsi nel periodo dell’anno in cui l’incendio si è verificato. Di questo 500 incendi poco meno di 150 hanno causato conseguenze che da un punto di vista sociale ed economico sono state definite dai ricercatori come “disastrose”.
E a proposito delle conseguenze sociali ed economiche, sulla stessa lunghezza d’onda è l’Eea, acronimo che sta ad indicare l’Agenzia Ambientale Europea, la quale ha esplicitamente dichiarato che se non si porrà rimedio a problemi quali il riscaldamento globale, la frequenza di fenomeni come gli incendi di grandi proporzioni non potrà che aumentare, con conseguenze gravissime sotto ogni punto di vista, ovvero quello ambientale, quello sociale, quello economico e infine, ma non meno importante, quello sanitario.
Le zone e i luoghi più a rischio
La ricerca ha messo anche in luce quali sono le zone dove è più probabile, a causa di condizioni climatiche al di fuori della norma e dovute al riscaldamento globale, il verificarsi di incendi che distruggano l’ambiente circostante: queste zone sono in particolar modo i Paesi come Messico e Brasile, mentre guardando al Vecchio Continente sono i Paesi che affacciano sul Mediterraneo ad essere più soggetti ad un rischio che bisogna cercare assolutamente di debellare per proteggere l’ambiente e la quotidianità delle persone.
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