Negli ultimi anni si è acceso un dibattito sulla valenza o meno delle cure omeopatiche.
Non approvata dalla comunità scientifica, l’omeopatia si attesta al giorno d’oggi come un tipo di medicina non convenzionale che sembra sortire degli effetti miracolosi per alcuni, ininfluenti per altri.
Nonostante lo scetticismo mostrato dalla scienza medica nei confronti di questa pratica, sono 10 milioni gli italiani che hanno deciso di ricorrere a questo tipo di terapia almeno una volta nella loro vita: un numero considerevole che spinge a fare delle riflessioni sulla natura di questa medicina alternativa.
La nascita di tale pratica è da attribuire a Samuel Hahnemann, un medico tedesco che per primo teorizzò i fondamenti principali dell’omeopatia.
Il principio fondante dell’omeopatia si basa sull’idea che per curare una malattia, questa non debba essere soppressa lottando direttamente sui sintomi che l’organismo manifesta, ma che per guarire si debba fare in modo che l’organismo impieghi la cosiddetta “energia vitale”.
Compito dell’omeopata deve essere quello di valutare la situazione clinica del malato non soltanto da un punto di vista fisico o sintomatico, ma anche sotto un profilo emozionale e mentale.
La metodologia caratteristica di una terapia omeopatica è senz’altro quella di “curare il simile con il simile” sfruttando dunque a proprio vantaggio le proprietà di sostanze provenienti dal mondo vegetale, minerale, o animale.
Da ciò ne deriva che l’omeopatia rappresenti una sorta di cura su misura; lo specialista infatti, per attuare un percorso terapeutico valido, deve individuare quelle sostanze naturali simili al soggetto che deve assumerle, e che sortirebbero dunque degli effetti emozionali e fisici consoni alla sua persona.
Per stilare un piano terapeutico è perciò necessaria una conoscenza preliminare approfondita delle abitudini del paziente, il quale, rivolgendosi all’omeopata, dovrà elencare tutta quella serie di sintomi che lo hanno portato a correre ai ripari, senza tralasciare le modalità temporali, spaziali e causali di tali sensazioni.
Tutte le informazioni raccolte verranno inquadrate dallo specialista in relazione all’individuo che le ha manifestate, e contribuiranno a delineare un profilo generale ben definito, utile all’omeopata per rintracciare la sostanza più indicata per il paziente di turno.
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