Chirurgia dell’articolazione temporo-mandibolare

Le ATM (articolazioni temporo-mandibolari) fanno parte dello scheletro del volto, come congiunzione tra l’osso temporale del cranio e la mandibola, e permettono i movimenti mandibolari, avanti, indietro e laterali. Le articolazioni temporo-mandibolari devono essere perfettamente allineate e coordinate fra loro, per garantire il buon funzionamento della masticazione. Tra le due parti articolari che le compongono, un cuscinetto, il disco articolare, fa da ammortizzatore. Il sistema è complesso, formato da ossa, muscoli, legamenti e dischi. Capita, in alcuni casi, che questo perfetto funzionamento s’interrompa, per diversi motivi, e causi problemi di varia natura.

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Sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare
Si parla di sindrome dell’articolazione temporo-mandibolare quando si è in presenza di un malfunzionamento di uno o più componenti che formano l’articolazione. Si possono accusare vari disturbi, come dolori, scatti, schiocchi, blocchi temporanei della mandibola, vertigini, dolori all’orecchio e muscolari. Si va incontro a una modificazione del coordinamento delle articolazioni e si verifica un disallineamento.

Cause del malfunzionamento dell’articolazione temporo-mandibolare

Vi sono diverse motivazioni che portano a un malfunzionamento dell’articolazione temporo-mandibolare e, talvolta, diverse concause, non sempre facili da diagnosticare. Si possono riscontrare fratture o traumi della mandibola, degenerazioni articolari, scomparsa del disco articolare a seguito di alterazione dell’articolazione, tumori benigni o maligni, bruxismo (digrignamento dei denti nel sonno notturno) e malocclusione dei denti.

Diagnosi
Una visita specialistica gnatologica è il primo passo da compiere per disturbi legati alla mandibola. Lo specialista potrebbe richiedere altri esami strumentali specifici, come l’elettrosonografia (che analizza il rumore prodotto dall’articolazione), l’elettomiografia mandibolare e cervicale (che misura il funzionamento dei muscoli della masticazione), la kinesiografia mandibolare (che monitorizza il movimento della mandibola), la risonanza magnetica.

Cure
Per curare queste patologie, esistono due tipi di terapie: quella conservativa e quella chirurgica. La prima mira a risolvere le problematiche meno importanti e meno invalidanti, trattandole con farmaci antinfiammatori e apparecchi orali rimovibili. La chirurgia è usata maggiormente nei casi in cui il disagio non si risolva con la terapia conservativa o in presenza di patologie gravi alla struttura mandibolare.

Chirurgia dell’articolazione temporo-mandibolare
Esistono diversi tipi di metodi d’intervento chirurgico, che sono valutati in base alla problematica del paziente. Le moderne metodologie operatorie sono molto accurate e l’esperienza del chirurgo (in Italia un’ottima scelta è l’esperto Evaristo Belli) e l’ausilio del computer permette apprezzabili risultati estetici.

Infiammazioni intrarticolari: s’interviene con un’artrocentesi, mediante la quale si lava l’articolazione e si ripristina il giusto grado di lubrificazione. Un’altra metodica è l’artroscopia, con la quale si tolgono le aderenze dalla superficie dell’articolazione.

Alterazioni strutturali delle articolazioni: si provvede a un intervento chirurgico di rimodellamento e si riposiziona il cuscinetto, disco articolare.

Artrosi: s’interviene chirurgicamente a cielo aperto, mediante artroscopia; si verifica se vi siano perforazioni del tessuto del disco e si può arrivare a una ricostruzione plastica del legamento del disco.

Fratture mandibolari: si fa un’incisione cutanea, davanti all’orecchio o dietro la mandibola.

Casi di asimmetria della mandibola, presenti durante la crescita: si fa una condilectomia e, talvolta, altre operazioni chirurgiche sulla mascella e sulla mandibola.

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