Come diventare un ottimo imprenditore

La figura dell’imprenditore ha subito radicali e profonde modifiche nel corso degli anni. Basti pensare che, durante gli anni 50, l’imprenditore era inquadrato come un uomo isolato all’interno della sua torre di avorio, una sorta di presenza mistica e misteriosa circa la quale non si sono mai spese molte parole, proprio in nome di questo suo essere così “lontano”.

Successivamente, negli anni 90, a prevalere è stata l’idea dell’imprenditore come “super hero”, di un uomo a contatto con la società che si è spogliato di quell’aura misteriosa e di distanza che lo contraddistingueva precedentemente ma che conserva quel fascino di “arrivato”, che lo ingloba nella visione di “supereroe”, di qualcuno che sia in grado di andare oltre e prevedere in un certo senso il futuro.

La visione di imprenditore promossa oggi è molto più lineare e collimante con la realtà: l’imprenditoria non è più legata alla visione eroica, si è notato piuttosto come chi diventa imprenditore lo faccia soprattutto all’interno di paesi in via di sviluppo come la Cina o l’india, per citare due delle nazioni che oggi conoscono un enorme sviluppo nel campo dell’imprenditoria.

Non esiste una ricetta semplice da seguire pedissequamente per diventare imprenditori. L’imprenditoria è fantasia, è ricerca di autonomia, spesso chi decide di avviare un’attività lo fa in nome di una spinta verso l’indipendenza oltre che mosso dalla volontà di intraprendere una carriera ritenuta davvero esaltante ed apprezzabile per sé.

Chi avvia un’impresa, lo fa con la coscienza del contesto all’interno del quale va ad agire e ad intervenire: deve disporre di un’ “etnografia di sfondo”, ovvero deve conoscere tale contesto e deve comprendere cosa esso richieda e cosa lui, in quanto imprenditore, abbia da offrirgli.

Potrebbe sembrare banale dire che, prima di intraprendere un’attività, occorre focalizzarsi con attenzione su ciò che si andrà a fare, analizzando ad esempio la domanda del mercato e l’offerta già presente su di esso ( in una parola, la concorrenza), ma non lo è.

diventare imprenditore

Per diventare imprenditori occorre quindi condurre una fine osservazione del contesto nel quale si è immersi. Imprenditore può quindi essere chiunque di noi, purché volto all’esterno e mosso da un reale interesse e dal desiderio di ricerca di novità e sviluppo (basti vedere, per esempio, l’operato di Cesare Pambianchi, uno degli imprenditori più famosi d’Italia): in questo senso occorre essere sempre “sul pezzo”, tenendo sott’occhio ciò che accade all’interno dell’impresa, utilizzando diversi strumenti di leadership (primo tra tutti la comunicazione) in modo tale da passare informazioni chiare e concise miranti all’azione.

A proposito degli strumenti di leadership, bisogna sottolineare l’importanza della loro coerenza nel tempo e nell’essere integrati tra loro. Solo così si può pensare di riuscire a tenere sotto controllo la situazione, gestire l’imprevisto che abbonda all’interno dell’impresa, capendo quando un cambiamento è in corso e senza essere da lui schiacciati, bensì padroneggiandolo e voltandolo a proprio favore per ottenere così vantaggi, in un mondo dove lo sviluppo del prodotto, il mutamente e l’avanzamento sono la chiave del successo. In sostanza l’imprenditore deve avere un’ “attitude” votata all’accettazione del rischio: non deve essere vinto dagli eventi e dallo stress dovuto al fatto di trovarsi in un contesto in continuo divenire e difficile da gestire (data l’attuale concorrenza spietata), deve piuttosto saper controllare l’ansia ed essere volto alla ricerca della novità, allo sviluppo ed al lavoro in team mantenendo costantemente aperti tutti quanti i canali di comunicazione e buttando sempre un occhio a quello che succede all’esterno per rispondere in maniera soddisfacente alle domande di mercato e riuscire ad avere la meglio sui concorrenti.

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