In presenza di figli minorenni, la casa coniugale è assegnata al genitore presso cui è collocato il bambino. Per collocamento, si intende il genitore presso cui il minorenne passa la maggior parte del tempo. Ma con le ultime novità introdotte dalla Riforma giudiziaria, si protende verso l’affidamento condiviso paritario ergo: non vi è più un genitori collocatario.
Cosa succede alla casa coniugale se i figli trascorrono lo stesso tempo sia con madre che padre?
Vediamo un po’ le novità:
L’affido paritario
La Giustizia pare essersi orientata, in tema di affido di minori, verso il rispetto del principio di bigenitorialità: entrambi i genitori hanno gli stessi diritti e doveri nei confronti dei loro figli.
Entrambi devono provvedere a mantenere un rapporto stabile e continuativo con i propri bambini e soprattutto entrambi devono essere responsabili delle scelte più importanti nella vita del minore. Ad esempio, si devono prendere di comune accordo delle decisioni in merito all’educazione del minore oppure nell’istruzione dello stesso.
La soluzione dell’affido esclusivo è un’eccezione che si prende in sede di Tribunale. Può essere richiesta solo in casi eccezionali come: l’incapacità di dare affetto al bambino oppure il non riuscire a garantire il bene del proprio figlio. Anche atteggiamenti violenti o nei confronti del coniuge, può essere un parametro più che giusto per l’assegnazione dell’affido esclusivo.
In questo caso, la casa coniugale è affidata al genitore che ha ottenuto l’affido.
In caso di affido paritario, a chi va la casa?
In tal caso, la figura del genitore affidatario scompare e quindi il bambino dovrà trascorrere pari tempo con mamma e papà a settimane alternate.
Così come nel caso non ci fossero figli all’interno della coppia, la casa coniugale viene assegnata al legittimo proprietario. In caso di affido condiviso ma non paritario, per ottenere la revoca dell’assegnazione della casa, deve essere richiesta tramite avvocato divorzista brescia o di altre città solo al raggiungimento della maggior età e dell’indipendenza economica dei figli.
Reply