Scopriamo la firma grafometrica

Hai mai sentito parlare della firma grafometrica? Ti è mai capitato di dover autenticare dei documenti tramite una tavoletta digitale piuttosto che la più comune firma su carta? In questo breve articolo snoccioleremo questo affascinante argomento che, oltre ad essere un’ evoluzione nella sicurezza, è anche un preludio ad un futuro prossimo in cui ogni cosa diverrà digitale.

Se recentemente hai stipulato un contratto o sottoscritto un mutuo, sicuramente ti sarà stata presentata la famosa tavoletta su cui apporre la tua firma. Quella è la cosiddetta firma grafometrica, un nuovo modo per autenticare i documenti che riesce a garantire un livello di sicurezza veramente elevato. Andiamo però per ordine e cerchiamo di capire intanto come funziona quella tavoletta all’apparenza semplice.

La funzione della tavoletta non è solo quella di digitalizzare la firma cartacea trasponendola in tutto e per tutto, ma essa è anche in grado di registrare diversi parametri impercettibili che, uniti insieme, vanno a costituire qualcosa di univoco e pressochè impossibile da falsificare.

A seconda della tipologia di tavoletta e del software impiegati per l’ acquisizione della firma grafometrica infatti verranno registrati valori quali: la risoluzione posizionale, la frequenza dei campioni nell’unità di tempo, la pressione dello stilo sulla superficie, inclinazione, e via discorrendo. Una mole di dati che identifica in maniera chiara colui che appone la firma.

Viene da sé che con questa tecnica di autenticazione si possano raggiungere livelli di sicurezza ben più elevati rispetto ai normali documenti cartacei, ecco perché la maggior parte delle istituzioni, degli istituti di credito ed altri tipi di enti in cui la conservazione dei dati è fondamentale, stanno adottando queste tecniche di validazione.

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